Il progetto dell'Urban Center Metropolitano di Roma rappresenta l’ esempio virtuoso di come l'architettura possa essere uno strumento attivo nelle mani dei cittadini nel riappropriarsi della città. Abbiamo voluto partecipare al concorso bandito sulla piattaforma Competition Architecture Network dell’Ordine degli Architetti di Roma per non perdere l’occasione di dare il nostro contributo a una visione della città legata al tema della partecipazione del ruolo attivo della cittadinanza nella trasformazione delle città, temi ancor più scottanti se declinati in una città ricca di storia e cultura e al contempo complessa come la Capitale d’Italia. Lo stesso iter progettuale è stato definito proprio secondo una logica partecipativa. Infatti il ruolo di Coeva è stato quello di valorizzare al meglio le energie e le potenzialità di ogni progettista partecipando con ognuno alla definizione del concept, curando l’iscrizione al concorso, bandito sulla piattaforma infine curando direttamente gli ultimi accorgimenti progettuali. I protagonisti di questa storia sono l’architetto Giuseppe Camillo Santangelo (VM4 Projects), l’ingegnere Eleonora Restelli (RDP Engineering services), e l’artista esperto in tecnologie multimediali Michelangelo Mastroianni.

La nostra proposta per l'Urban Center Metropolitano consiste in un viaggio verticale nell’identità della città metropolitana, un percorso esperienziale che si sviluppava su quattro piani, ognuno con una sua vocazione specifica:

Il PONTE e l'agorà urbana


Il piano terra, denominato "IL PONTE", rappresentava la cerniera permeabile con un'agorà urbana, un luogo di incontro e scambio aperto sia ai cittadini che ai visitatori. Qui, una piazzetta raccolta nel preesistente giardino accoglie i visitatori, invitandoli ad una prima riappropriazione degli spazi della città. All'interno, un sistema di punti book sharing e informativi permette di scoprire la città che cambia, mentre una saletta proiezioni amovibile offre un palcoscenico per eventi e dibattiti.

IL CANTIERE, una fucina di idee


Salendo al primo piano, si entra nel "CANTIERE", un ambiente dinamico e flessibile dedicato alla formazione e alla sperimentazione. Un sistema di guide per i tendaggi, installato a livello del controsoffitto, permetteva di configurare lo spazio in infinite combinazioni, creando in contemporanea ambienti perfetti per workshop, corsi, incontri e laboratori. LA PIAZZA, un gioco interattivo per pensare la città Il secondo piano ospitava


"LA PIAZZA", il cuore pulsante dell'Urban Center.


Un doppio anello configura un ampio atrio centrale e un percorso immersivo che lo cinge tutt'attorno. In questo spazio giocoso, i cittadini possono "giocare" a individuare il proprio municipio, approfondire la conoscenza della città attraverso appositi totem, commentare e avanzare proposte per il futuro.

L'ultimo piano, denominato "LA FINESTRA", offre una visione terza, ulteriore sul futuro della città. Uno spazio espositivo puro, dove la mente del visitatore possa affacciarsi all'esperienza della meraviglia e misurarsi con novità artistiche e tecnologiche innovative.


L'elemento verticale unificatore: quale tipo di racconto?

Il vano scale rappresenta l'elemento unificante dell'Urban Center. L'involucro esterno dell'ascensore in cemento armato si trasforma in una superficie narrativa, su cui proiettare storie e curiosità sulla città in un percorso ascensionale, una piccola colonna traiana a rappresentare la storia come trampolino per pianificare l’innovazione.


A valle di questa avventura, oltre ad essere soddisfatti del nostro lavoro, possiamo affermare che è’ stato un grande piacere partecipare al concorso e misurarsi con le proposte di progettisti di alto livello, ai quali rivolgiamo i nostri migliori complimenti.