La maniera di percepire il tempo è mutata innumerevoli volte: l’unità temporale nel Medioevo era rappresentata dalla “giornata” con il suo scandito liturgico, dopo l’industrializzazione il quotidiano si misura in ore mentre oggi conosciamo il tempo reale, caratterizzato da un riscontro immediato delle nostre azioni, specie quelle in digitale.
Il punto di svolta di questo processo si avvera quando la misurazione del tempo si slega dall’osservazione dei cicli astronomici, agganciandosi dapprima ad una quantificazione (clessidra) e successivamente alla sua misurazione (orologio).
L’impulso digitale e l’habitat del tempo reale, invece, fanno sì che il concetto di durata diventi sempre più rarefatto nel nostro agire giornaliero, tanto è vero che la tendenza a misurare, soprattutto in ambito urbano, lo spazio in ore e minuti piuttosto che in metri lascia intravedere quanto il tempo si ponga in attrito rispetto ai nostri obiettivi.
Molto genericamente, è molto più facile trovarsi in una posizione di ostilità rispetto alla durata di un’azione o all’attesa di un risultato: città come mappe di eventi più che di luoghi; FOMO (fear of missing out) e via discorrendo assecondano questa circostanza, quando al contrario la lentezza ha a che fare con le azioni fatte “a tempo debito”, con una pacificazione anzitutto rispetto alle aspettative più intime di ciascuno di noi.
Tuttavia anche la lentezza è una questione di movimento, e anche se può essere facilmente associata al rimandare, al procrastinare perché per l’appunto tanto c’è tempo, non può essere scambiata per lo “stop”, per la dimensione della pausa o l’interruzione di un’attività.
La cosiddetta vita lenta dipinge infatti nature morte, corpi in quiete, inquadrature fisse completamente sconnesse da una qualche forma di divenire, tanto più che tradiscono al rovescio una nuova frenesia: la rimozione radicale di un tempo più che mai tiranno.
La vita lenta è morta, la vita ferma ha preso il suo nome, e anche io ora che ci penso devo scappare che ho un appuntamento.
Lascia un Commento